Il Vendée Globe, conosciuto come l’Everest della vela, ha preso il via il 10 novembre da Les Sables d’Olonne, una località iconica della Vandea, in Francia. Questo evento epico, che attira l’attenzione di appassionati e media di tutto il mondo, è molto di più di una semplice regata: rappresenta una vera e propria sfida contro gli elementi e contro se stessi. I 40 velisti che partecipano a questa avventura estrema devono affrontare un percorso di oltre 24.300 miglia, senza possibilità di scalo e senza assistenza. La partecipazione è rigorosamente selezionata, e solo i più esperti e preparati riescono a guadagnare il diritto di competere.
Il Vendée Globe non è solo una gara di velocità, ma anche una prova di resistenza e abilità. Negli anni, questo evento ha visto un numero significativo di ritiri e incidenti. Nelle precedenti nove edizioni, su 200 partecipanti, solo 114 sono riusciti a completare il percorso. Questo dato evidenzia la durezza della competizione e i rischi connessi alla navigazione in solitario in mare aperto. Tuttavia, nonostante i progressi nella sicurezza e nella tecnologia, il Vendée Globe rimane un’impresa pericolosa e avventurosa.
La storia del Vendée Globe è iniziata nel 1989, quando Philippe Jeantot ha lanciato questa sfida. Da allora, la regata ha guadagnato sempre più prestigio, diventando un appuntamento imperdibile per i velisti di tutto il mondo. La scelta di Les Sables d’Olonne come punto di partenza e arrivo ha radici profonde: questa cittadina, con i suoi 15.000 abitanti, si trasforma in una festa vibrante che attira circa 300.000 visitatori nei giorni precedenti la partenza. Gli appassionati accorrono per ammirare le barche e salutare gli skipper, rendendo l’atmosfera unica e carica di emozioni.
Negli anni, la partecipazione straniera è aumentata, ma la dominanza francese è rimasta evidente. Su 40 barche, ben 27 sono battenti bandiera francese, segno della tradizione e della cultura velica profondamente radicate in questo paese. Tra i nomi più noti ci sono Jean Le Cam, Louis Burton e Thomas Ruyant, solo per citarne alcuni. In particolare, Le Cam è un vero e proprio veterano, avendo partecipato a ben sei edizioni.
L’italiano Giancarlo Pedote, 49 anni, rappresenta il nostro paese in questa edizione. Il suo obiettivo è migliorare l’ottavo posto della precedente partecipazione, navigando con la sua imbarcazione Prysmian Group, che ha beneficiato di significativi aggiornamenti tecnici, inclusi i foil di ultima generazione, che promettono di aumentare le prestazioni in acqua.
Le barche partecipanti al Vendée Globe sono lunghe 60 piedi (circa 18,28 metri) e sono divise in due categorie: quelle con appendici e le imbarcazioni classiche. I modelli moderni, dotati di foil, possono raggiungere velocità incredibili. Ad esempio, Vulnerable di Thomas Ruyant ha registrato un’impressionante media di 22,49 nodi durante la sua traversata atlantica, un risultato straordinario considerando le condizioni oceaniche.
Molti esperti e appassionati scommettono che questa potrebbe essere l’edizione in cui il muro dei 70 giorni venga finalmente abbattuto. Il record attuale, stabilito da Armel Le Cleac’h nel 2016-17, è di 74 giorni, 3 ore e 35 minuti. Per raggiungere questo obiettivo ambizioso, oltre alla velocità, è essenziale che gli skipper trovino un equilibrio tra rischio e prudenza, evitando danni alle barche e gestendo al meglio le condizioni meteorologiche.
Il percorso del Vendée Globe è impegnativo e strategico. I concorrenti devono circumnavigare tre grandi capi: Buona Speranza, Leuwin e Horn, ciascuno dei quali presenta le proprie insidie. Spesso, a causa delle mutevoli condizioni climatiche, ulteriori passaggi obbligatori vengono imposti per garantire la sicurezza dei partecipanti.
Questa edizione del Vendée Globe promette di essere una battaglia avvincente e senza precedenti, in cui i concorrenti metteranno alla prova non solo le loro abilità di navigazione, ma anche la loro resistenza mentale e fisica. La competizione è aperta e, con il livello di preparazione e la tecnologia odierna, ogni partecipante ha la possibilità di scrivere la propria storia nel grande libro dell’oceanismo.
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